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Il distillato di Santa Venerina

Acquavite di vino siciliana

L’acquavite di vino siciliana viene prodotta da oltre un centinaio di anni in  Sicilia, in particolar modo a Santa Venerina, dove, grazie a codesta produzione, il comune suddetto, si staccò nel 1934 dal centro maggiore: Giarre – Riposto, avendo raggiunto una sua autonomia ed emancipazione economica.  

Oggi l’acquavite di vino siciliana si produce seguendo i metodi tradizionali sui Monti Iblei in Sicilia in località Palazzolo Acreide, unicamente presso la Distilleria artigianale siciliana di Palazzolo Acreide della ditta Monterbe

Il grappolo di uva utilizzata è la Vits vinifera Muscat: (di Moscato bianco) ma si realizza anche con Vitis vinifera Grillo, Catarratto, Inzolia, Zibibbo (introdotto dai Fenici a Pantelleria).

Ecco qualche immagine di

C.da Giasira nel tenere di Noto, sud est della Sicilia orientale. Non esiste una classifica mondiale della percentuale minerale presente nei terreni, ma siamo certi che qui c'è il record di presenza di potassio nella terra, e sempre qui nei Giardini Acantus del caro amico Franco Valenti, nasce il vino di moscato bianco che noi distilliamo. Oggi alle ore 13.00 si rinnovano i filari del vigneto, prima del trattamento di primavera, avendo cura di autoalimentare l'azoto con una piantumazione di favino e alternando viali liberi da impianti per il transito dei trattori usati nelle lavorazioni.

Tal quale l’acquavite di vino non è un prodotto antico, in verità: la produzione per bevanda iniziò negli anni in cui la fillossera devastava le viti di Cognac in Francia (1875-1895 circa), e di conseguenza si aprirono vasti mercati a prodotti di altre origini. Si trattava di spirito non invecchiato, quindi acquavite in senso moderno. In vecchi magazzini si sono ritrovate botti disposte a solera il che fa presumere che le acqueviti venivano anche così invecchiate (per ottenere i brandy).

Ci sono profonde differenze tra l’ acquavite siciliana di vino e quelle prodotte altrove, in primo luogo per la qualità e la quantità dei Sali minerali contenuti nel sottosuolo dove vengono coltivati i vitigni utilizzati, e poi per i vantaggi climatici dell’esposizione mediterranea. I vitigni prevalentemente coltivati in terra ricca di potassio ricavano da qui gli effetti acido gustativi che si trasferiscono al vino ed al distillato di vino da questi ottenuto.

La distillazione avviene unicamente con alambicchi discontinui, alimentati a vapore con temperatura costante. Sui monti Iblei, Palazzolo Acreide, l’acquavite di vino siciliana si produce seguendo la metodologia del pre riscaldamento del vino a 60°, prima dell’introduzione nella caldaia di distillazione.

Non c’è un disciplinare rigido che in ogni caso ne regola il metodo.

Storia e curiosità

Le origini dell’acquavite di vino vanno ricercate nelle produzioni del nord Europa, principalmente dal termine olandese brand-e-wejn (che letteralmente significa “vino bruciato”), ed è effettivamente quello che succedeva nell'antichità quando si distillava il vino, bollendolo a fiamma diretta e si finiva per bruciarlo. Grazie all'opera della Scuola Salernitana, l’ltalia vanta un diritto di primogenitura nella distillazione del vino. Le prime notizie sulla distillazione del vino risalgono al XIII secolo, periodo in cui tale arte fu perfezionata a Bologna.

Per vedere le prime distillazioni di vino in Sicilia bisogna aspettare il XVIII secolo, questa veniva ottenuta distillando vino proveniente da tutta la Sicilia.

Internazionalmente vengono regolati i tipi di acquavite prodotti,

classificati in: (Holandas): acquaviti distillate al max. a 70°, Aguardiente de vino: distillato tra 70° e 86°, Destilado de vino: a gradazione tra 86° e 95°, ma anche Ouzo in Grecia (Creta) e Pisco in Perù

L’acquavite di vino siciliana è un'acquavite che si ottiene distillando il vino ottenuto da uve siciliane la cui gradazione alcolica, all’uscita dell’alambicco, non supera 86° alcolici (tipo aguardiente)

Le materie prime utilizzabili sono: il vino, il vino alcolizzato avente gradazione inferiore a 86°, e la ri-distillazione di un’acquavite di vino, che a sua volta abbia una gradazione inferiore a 86°;

L’acquavite di vino va consumata al di sotto di 45°.

Il prodotto finale può essere diluito, generalmente tra 38° e 41°, e additivato con caramello nel rispetto del Regolamento comunitario 110/2008.

Tradizioni iblee, consegnano una tipicità edulcorata, mediante dei vinaccioli d’uva dolci, posti, settimane prima, a macerare in alcol, all’interno di contenitori di legno (botti o catini) e poi aggiunti al resto della lavorazione.

Luogo di produzione: Può essere prodotta in tutta la Sicilia.

Un ringraziamento particolare va all’artista Marco Furri, che interpretando, la  dedizione che riponiamo alle cose che realizziamo, ha realizzato per noi  l’iconografia dell’etichetta attraverso il richiamo a Hyero II tiranno di Siracusa e basileus di Sicilia, uno degli abitanti più antichi che si conosce per Akrai.

Nell’etichetta troviamo anche un omaggio al campione delle olimpiadi delle antichità Psaumida da Kamarina, campione olimpico di quadriga

Proveremo ad informare Marco su un nuovo progetto che riguarda l’invecchiamento dall’acquavite di moscato bianco, delle tenute Acantus – Valenti per la certificazione doganale del Brandy Italia – prodotto in Sicilia. ma anche di questo ne parleremo presto in specifico articolo.

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