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Il distillato di miele Ibleo
Cueva de la Arana
(Grotta del ragno) Spagna
Da un punto di vista etno-botanico
In un contesto neolitico, in alcune capanne sotto il megalito di Azutan
Toledo - Spagna 4220 -3970 a.C.,
sono emerse macine e ceramiche con tracce di pollini da erica, cera d’api e altri elementi che hanno permesso di identificare il residuo come idromele
Spiritu re’ Fascitrari
Cenni Storici
Lo Spiritu re’ Fascitrari è il distillato di miele
tipico nei monti iblei.
La prima pubblicazione scientifica sull’argomento è stata curata dall’Università di Palermo, 1998 s cura del Prof. Pietro Columba che lo definisce: “… prodotto dell’area sud-orientale della Sicilia, di ridottissima diffusione ma di grande pregio e peculiarità,
La produzione dello spirito re’ fascitrari è localizzata in pochi comuni della Val di Noto ed in particolare a Sortino, piccolo paese dell’entroterra collinare del siracusano (L. Ajovalasit e P. Columba -Un. di Palermo: “Prodotti tipici da scoprire: Spiritu re’ Fascitrari” – Estr. da Economia Agro Alimentare, Anno III, n. 1, 1998).
In questi luoghi gli apicoltori sono detti “fascitrari” perché usavano le arnie costruite con gli arbusti di ferula, i “fascetri”.
Questo metodo, tanto innovativo quanto antico consentiva, addirittura, la raccolta del miele senza bisogno di disperdere le famiglie di api che animavano i “fascetri”.
Ma è l’abate ragusano Ignazio Nifosì il precursore letterario di questo prodotto con la pubblicazione
“Il miele ibleo” – Stamperia Flli Puglisi, Ragusa 1935)
L’abate parla e descrive l’antica produzione del distillato che definisce “sanamalanni”:
“… Si ricava dall’acqua … che è servita per estrarre la cera dal torchio. L’acqua, dopo la spremitura, si lascia fermentare…
“dell’acqua a cira”
"spiritu re’ fascitrari” (Sortino)
‘spiritu i meli’ (provincia di Siracusa),
‘spiritu a cira’ (provincia di Ragusa)
Come si faceva una volta
Si ripulivano i favi di cera eliminando il miele rimasto attaccato, mediante l’irrorazione di acqua, al fine di ricavare la cera pulita, per riutilizzare la stessa al fine di produrre candele o maschere per la pelle.
L’acqua utilizzata, veniva lasciata in disparte, così accadeva che, per effetto del calore naturale della stanza o per un raggio di sole, che occasionalmente colpiva la miscela miele / acqua, la stessa fermentava, facendo cioè avvenire la trasformazione chimica degli zuccheri in alcool. Da qui il passo fu breve, con l’avvento degli alambicchi spagnoli, del tipo a campana e non a serpentina (quindi non a collo di cigno) che vediamo raffigurati, nelle immagini di Beppe Giuliano, il «Rum degli Iblei» era nato.
Come si ottiene oggi
Alambicco discontinuo,
in bagnomaria di vapore,
realizzato in rame a preriscaldamento del fermentato (sistema Charentaise)
Installato presso la distilleria di acquaviti - Monterbe
di Palazzolo Acreide c. d’accisa doganale: IT00SRA00040L
Il distillato di miele viene classificato Acquavite di miele dal Reg. Comunitario n° 110/2008. Lo stesso può essere ottenuto dalla distillazione del miele, prima fermentato in idromele, il distillato può essere edulcorato unicamente con miele.
L’ Associazione B&B Palazzolo Acreide
nel 2020, ha presentato istanza per il riconoscimento e l’introduzione nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali Italiani della
Acquavite di miele Iblea
Oggetto: Richiesta d’inserimento tra i prodotti agroalimentari tradizionali italiani
Categoria: distillati siciliani, dell’acquavite di miele Iblea
Spettabile assessorato regionale, istanza per l’inserimento tra i P.A.T. regionali siciliani dell’acquavite di miele Iblea, anche denominata “Spiritu re fascitrari”, “Spritu i meli”,
“Spiritu a cira”.
Nello specifico l’acquavite di miele Iblea è una bevanda alcolica ottenuta per distillazione del miele o dal miele di sceratura del favo, opportunamente fermentato in idromele.
La zona di produzione è tutto l’altipiano Ibleo nella Sicilia sud orientale.
Per l’edulcorazione si usa principalmente il miele di Timo, della varietà “Thymus capitatus”, chiamato miele di “satra o sataredda”, tale miele viene prodotto esclusivamente sui monti Iblei; altre edulcorazioni tradizionali conosciute sono quelle ottenute con il miele di eucalipto, di zagara, di carrubo, di millefiori o con miele di altre fioriture, solo se strettamente ottenuto sui Monti Iblei siciliani.
Il prodotto finale può essere diluito con acqua distillata, ad una gradazione che generalmente va da 38% Vol. a 42% Vol..
10/06/2021 riconoscimento in
Prodotto agroalimentare tradizionale Italiano
Acquavite di miele Iblea
categoria
«Bevande analcoliche, distillati e liquori»
Una medaglia d’oro E.M.M.A.
Il nostro metodo di produzione con l’utilizzo di un Alambicco discontinuo ed edulcorazione mediante «gileppo mediterraneo»
A Palazzolo Acreide, (Siracusa) la distilleria Monterbe produce il distillato di miele Aphrodision, puro 418,
ed edulcorato 664, intitolato alle origini greche di Akrai (Aphrodite era la divinità a cui era devoto la corinzia Polis di Akrai). Quest’acquavite di miele poliflora è edulcorata con miele ibleo di macchia siciliana caratterizzata da note di zagara e di timo arbustivo (satra); recentemente è stato premiato con la medaglia d’oro al Mead Madness Cup 2020 (in Polonia), la più importante manifestazione internazionale dedicata al mead (idromele) e alle sostanze alcoliche da miele.
1900 CAMPIONI ESAMINATI
Le qualità gusto olfattive
Open Category, Other Alcoholic Beverages Containing Honey Mead Madness Cup PRO 2020 Wroclav Polonia
- Monterbe SAS, Aphrodision 664 (Italy)
- Maxwell, Cask Selection (Australia)
- Tomka s.r.o., Medovec original (Slovakia
93/100
Brillante chiarezza. Bel colore ambrato chiaro. Le gambe sono lunghe e ben formate sul vetro, scendono lentamente lungo le pareti di vetro. Lucido e puro
Aroma e bouquet 30/30
Bouquet bello e complesso. L'alcol, sorprendentemente, non è un aroma principale. Sono aromi di timo e miele che sono sul naso principale. Poco terroso. Il miglior aroma di questa categoria, ben fatto.
Sapore e corpo 28/32
Timo forte e alcool sorprendentemente gradevole e non invadente. Non ha un sapore del 38%. Il miele è il secondo, dopo il timo e altri ingredienti erbosi. Dolcezza sottile Davvero ben equilibrato, rotondo e vellutato
Finale 13/14
Finale lungo, erbaceo con retrogusto di timo
Valutazione complessiva 10/12
Questo è uno spirito davvero bello e rotondo. Elevata presenza di miele Davvero ben fatto
Altre produzioni ottenibili dal miele
Idromele (hydromel in francese, mead in inglese, met in tedesco, medok in russo, medica in sloveno, medovina in ceco e croato, miod pitny in polacco) è un fermentato a base di miele cui si aggiunge acqua (in modo da renderlo fermentescibile, mediamente 3 litri di acqua per 2 kg di miele), ed eventualmente altri ingredienti quali spezie, erbe, semi per aromatizzarlo. Ovviamente, una volta i lieviti non erano inseriti e la fermentazione era spontanea, ma oggi è possibile utilizzare diversi tipi di lievito (liquidi e secchi), disponibili sul mercato. Quelli che si inseriscono sono tutti ceppi che appartengono al genere Saccharomyces
(Renzo Barbattini Entomologo Università di Udine – Dalle Api un liquore davvero speciale. marzo - 2021).
Abbamele o gileppo di miele - I favi cerei contenenti miele residuo e polline in questo caso vengono immersi in acqua calda (~ 50 °C), in modo che l’acqua sciolga tutto il miele ancora contenuto.
A questo punto, attraverso l’utilizzo di un opportuno mescolatore, si rimuovono tutti i grumi di cera e polline. La cera affiorante viene quindi spremuta ulteriormente e conservata in appositi contenitori.
L’acqua rimanente dalla fase precedente viene filtrata, ad esempio con un panno di lino, almeno due volte, e quindi sistemata in una caldaia (paiolo).
Qui inizia la bollitura di raffinazione. Durante quest’operazione di “concentrazione” vengono aggiunte bucce d'arancia o di limone e si eliminano le impurità che risalgono sulla superficie. Il contenuto della caldaia diventa a poco a poco sciropposo e deve essere tenuto in continuo movimento per evitare che si attacchi sul fondo e si “caramellizzi” prendendo così “odore di fumo”; il colore diventa sempre più scuro e il sapore sempre più dolce per via della concentrazione.
Lo “spirito” quindi esprime i profumi dei fiori iblei e le proprietà officinali della macchia mediterranea che circonda il territorio (sataredda, nepitella, menta, salvia, carruba) e gli aromi degli agrumi: limoni e arance. La produzione tuttavia si è tramandata negli iblei in totale clandestinità, anche per la modestissima quantità ricavabile dalla selezione dei mieli iblei.
grazie all’impresa pioneristica di alcune aziende impegnate nella tutela e nella valorizzazione della produzione tipica iblea.
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